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sellino ed asfissiante, fu allora ch’egli si manifestò
individualmente.
Una folata di vento sano irruppe nel suo atelier:
non più idealità, nè realtà, ma soltanto il vero.
Le linee si spezzano, gli angoli si moltiplicano,
i particolari sono soppressi.
Vigore individuale! I). d. T.
*** Il Resto del Carlino di Bologna à pubblicati in
questo tempo alcuni articoli d’arte : stralciamo da
quelli i periodi più importanti :
ARTURO LABRIOLA — La cultura proletaria :
Informa che la « Proletarskaja Ivultura », or
gano ufficiale della cultura, dice fra l’altro : « Per
il proletariato l’arte è uno dei mezzi migliori per la
organizzazione della vita e per la educazione del
nuovo uomo » ; informa pure che « tutta l’anima ed
il motivo della nuova poesia bolscevista è e resta la
macchina. I poeti futuristi russi, col Masciakowskj
alla testa, hanno perciò aderito al bolscevismo. Il
poeta bolscevista Ivan Loginoff maledice alla cam
pagna e alla natura e saluta la città « fatta dagli
uomini )) dove soltanto c’è la lotta e il movimento
e dove ognuno «va sempre più spedito». Un altro
poeta rivoluzionario, il Gherasinoff, abbandona la
campagna per recarsi « nei giardini di ferro e di
granito, nei viali delle case di sasso».
Tutta la nuova arte bolscevista, col Gasteff, il
Kirilloff, Eroscin, e come si chiamano i nuovi cor
tigiani del proletariato trionfante, non fanno che can
tare la Città e la Fabbrica, la Macchina e il Motore ».
Essa è poi un’arte di Stato. Si paga con i fondi
del Ministero della Cultura, al quale del resto sovrin
tende con fine senso di amore un amico del nostro
paese e della nostra cultura, il Lunaciarski.
Labriola conclude poi, così : Centosessanta de
putati socialisti sono entrati nella Camera italiana,
ma non un proletario italiano è ancora in grado di
comporre, nonché un’opera d’arte, una modesta di
sanima delle condizioni intellettuali in cui vive oggi
il proletariato...»
GINO DAMERINI — Anticipi sulla XII Biennale
di Venezia:
Ne critica la composizione della Presidenza, il
regolamento e la giurìa d’accettazione : ne analizza
insomma l’organismo che darà vita alla XII : spera
che Vittorio Pica sappia darle la fisionomia del tempo
nostro, perchè, « altrimenti, per vivere con i mo
derni andremo a studiare i primitivi nelle Accademie
e nelle Gallerie ».
un umorista, avendo egli esposti 4 disegni... indu
striali : Distruzione del futuro — Corda poligama vi
brante — Ragazzo carburatore — Creazione dell’a
more liquido...
*** Da Zurigo, i pittori astrattisti radicali hanno
lanciato un manifesto che — partendo dall’aspira
zione per un base abbracciante tutto l’orizzonte spi
rituale — tende a riunire e dirigere poi le tendenze
disperse, per riuscire a dar così espressione alle di
verse correnti artistiche avanzatissime.
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*** Nel N. 9 di «391», rivista dadaista d’arte,
Francis Picabia, dopo aver affermato che la morale est
l’épine dorsale des imbéciles, con Tombeaux et bor
dels si scaglila contro i giornalisti «néfastes hiboux».
*** Nel Giornale d'Italia di Roma, Carlo Tridenti
ha ricordato come il pittore Pierre Auguste Renoir
— morto ai primi dello scorso dicembre — insistesse
presso i giovani « perchè imparassero a mettere il
verde dove vi è del verde, il blu dove v’è del blu,
c ammetteva così i colori locali negati dai suoi com
pagni di lotta; affermava che la chimica e la pit
tura son cose affatto differenti; e che il nero, il bel
nero d’avorio, spavento degli impressionisti, è un co
lore necessario ed «épatant», che dipingere col nero
e col bianco come Manet nei primi tempi o chiaro
su chiaro come Monet, non riguarda che la tecnica.
Renoir, voleva non riprodurre ma rappresentare alla
maniera degli antichi; e sosteneva che con la na
tura non si fa nulla, e non respingeva esplicitamente
lo spirito d’imitazione, che pure ha animato sempre
i maestri del passato, soltanto perchè sapeva a che
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cosa precisamente esso si riducesse : a trarre cioè
inspirazione dalle cose amate per ricrearle poi se
condo i dettami dell’anima.
*** Lorsqu’ ime oeuvre semble en avance sur son
époque, c’est simplement que son époque est en re
tard sur elle.
JEAN COCTEAU.
Nella Illustrazione di Roma :
*** ENRICO ROCCA: Su carta rosa. — Simpa
tici.e note dedicate a F. Balilla Pratella:... «E m’ha
aiutato a trovare la mia strada italiana, un grande
italiano: F. Balilla Pratella... E m’ha mostrato come
sorriso e lacrime sieno forme diverse della stessa fe
licità ».
A Enrico Rocca pertanto, da parte nostra, «quel
meraviglioso dono non richiesto: l’amicizia».
*** L’Epoca di Roma a proposito di una com
media italiana di recente rappresentata e caduta,
ricorda che : « Il teatro non è fatto di rebus e di
sciarade » e raccomanda che « le commedie hanno da
essere essenzialmente azione, e non intrichi di gero
glifici egiziani su cui ci si deve guastare da digestione
nel decifrarli ».
*** Sembra che al « Salon d’automne » di Parigi,
molti abbiano considerato il dadaista Francis Picabia,
★ ★ ★
GASTONE DERYS : Cronache parigine.
Accenna agli espositori (nel Salon d’automne) ed ai
cultori dell’evoluzione dell’arredamento d’arte... A
quando una mostra del genere in Italia?.
★ ★ ★
MARIO RECCHI : Cronache d’arte.
Rapi
da pagina critica sul pittore danese A. Hallegren « che
vive da qualche tempo in Italia, e l’opera del quale
è nota a non molti e solo nell’ambiente d’avanguardia».