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RIVIERASCA
AURO D’ALBA
Oppiti potremo arrivare
in qualche paese di mare
dove la vita è una vela gonfia
e battere a qualche capanna
di Natale
che ci ha la rete smagliata
distesa al buon sole cristiano
e la scalza nidiata
intorno al camino posticcio.
Mentre è sì dolce lasciarsi ospitare
da certe capanne mascherate d'allegria
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sull'ora deU'avemaria,
quando allunga la madia
il suo profilo di bara
»
contro la fosca parete
e sulle finestre appannate
sbatte un canto di bassa marea.
Lascieremo nella imbarcazione
il bagaglio dei senza patria
dentro sacchi di canovaccio
e il cuscino delle sere stellate
capace di tutto l'azzurro
che ci mormora intorno
quando un pallido-pallido giorno
sorprende i navigatori.
Le povere capanne di riviera
che s'aprono verso sera
in attesa di chi ha da tornare,
ci ricordano strane borgate
sognate da adolescenti
tutte bianche di luna,
sbalordite di stelle
con gli orticelli socchiusi
e i cortiletti rinchiusi
da mura senza finestre.
Ct sta sospesa una qualche sciagura
che incute paura,
un' aria d'incantamento
che il sole non riesce a spezzare,
un
d'angoscia che tardi a scoppiare
da un corpo proteso sul mare
coi lunghi capelli sbandati.
o
.4 J m
• l
Ritroveremo una strada
delle tante percorse a occhi chiusi
in questa serena contrada
di torbide attese,
e ci sentiremo beati
come quando eravamo soldati
e ci pareva più bello
morire con
le
0 0
mani in croce
sulle sponde di un fiume
o in vista di un mare
dov'era più atroce
cantare.
Questi muri senza finestre
che cingono angusti cortili
mannari
li vedemmo certo una volta
che guardavamo ancora disattenti
di qua della vita,
sì che ci appaiono adesso
trasfigurati,
paesi di sole e di nembo
dagli orti socchiusi,
dall'aria d’incantamento
e di sinistra avventura,
dalle strade così sbiancate
quasi ci fosse rimasto
uno strascico azzurro di luna.