BAZZARO LEONARDO, Milano 18° —. Compagno del Gignous allo studio del paesista Fasanotti, poi a Brera col Bertini. Al periodo giovanile lombardo, segue il periodo veneziano; l’ispirazione del- l’en-plein-air si sostituisce allo studio degli interni. Evoluzione che lo imparenta strettamente a Mosè Bianchi. Impressionista facile, vivacissimo, dalla tavolozza felice ora nella esuberanza quantitativa, ora nella finezza qualitativa del colore. :;. RIO A VENEZIA. Olio su tela, cm. 48,8 X ;,;. Per adozione B. si inserisce nella tradizione della pittura veneziana; ciò per amore delle cose, per la qualità del suo sentimento pittorico. Dall’uno nasce la sua «veduta veneziana», moderna e tuttavia entro la tradizione Canaletto-Guardi; dall’altra nasce la qualità della sua pittura di tòcco. Qui tutto, musica e archi- tettura, l’acqua e i marmi sono colorismo, perpetuum mobile inseguito dal pen- nello. Raramente pittore ha reso così adeguatamente il silenzio, l’umido respiro di un rio°l’atmosfera sua aquatica e verde come di trasparente lichene, il tremulo di queste acquamarine, l’ombra di queste due quinte in fuga sull’improvviso bagliore dell’architettura aurea del fondo che si specchia sul Canal Grande. Tav. I. BELTRAME ACHILLE, Arzignano (Vicenza) 1871, vivente. Studiò all’Accademia di Brera col Bertini. Esordì giovanissimo nell’ambiente milanese e partecipò alle esposizioni più importanti. Buon paesaggista e ritrattista ed eccellente disegnatore. Ma, dal 1898, con le tavole a colori della «Domenica del Corriere», si può dire abbia inventato un «genere» della cronaca illustrata, pittura giornalistica che gli ha dato una riputazione internazionale. Ha sorpren- dente facoltà immaginativa e padronanza assoluta della tecnica dell’acquerello. 2. RITRATTO MULIEBRE. Pastello cm. so X 65. BIANCHI MOSE, lombardo; n. Monza 1840, m. 1904. All’Accademia di Brera nel ’°56. Volontario garibaldino nella campagna del ’s9. Tornò agli studii col Bertini ed esordì dipingendo quadri storici. Formatosi nel- Pambiente della Bohème milanese, abbandona la tradizione accademica e dè libera espressione alla sua personalità con lo studio del paesaggio, del ritratto e del costume. Con viaggi di studio in Europa e in Italia, acquista simpatia per Meissonier, fortunati influssi veneti attraverso Tiepolo e Guardi, e una cordiale affinità col Faruffini. Vario, facile, arguto, di generoso pennello, è uno dei maestri lombardo-veneti più personale e insieme più rappresentativo. Mostra retrospettiva-commemorativa a Monza nel 1924. Bibliografia: The Studio, 1913; G. Marangoni, M. B., Bergamo 1924. 3. LAGUNA IN BURRASCA. Olio su tavola, cm. 75 X 48,5; firmato 1884 Fedele e lirica pagina di poesia lagunare. Superbo accordo di luminosi grigi in un tempestoso andante. L’impressionismo del maestro raggiunge per vibratilità, sapienza ed efficacia, uno dei suoi acuti. Visione pittorica affine a quella della «Traversata della laguna» della Gall. di Milano, ma direi più pura ed alta, perchè priva di elemento aneddotico prevalente invece nel quadro milanese. Tav. III bis. 26