NOMELLINI PLINIO, ». Livorno 1866, m. S. Felice a Ema 194: Iniziato agli studii dal Betti, poi scolaro di Fattori. Visse, giovanissimo, nell’am- biente dei «macchiaiuoli», amico di Signorini e di Lega; e fu come il più giovane del cenacolo. Si staccò da quello stilismo per vivere in Liguria l’esperienza divisionistica nella quale si è poi fermato. Temperamento esuberante aveva una ricchezza di cromatismo che portò spesso alla esasperazione. Fu anche scrittore di cose d’arte e vivace polemista. 24. MARINA. Olio su tavola, cm. 34,2 X 23,3, firmato. Fantasiosa e decorativa, questa veduta non è più «macchiaiuola» e non è ancora divisionista. Ha bei toni, efficace sintesi e vivo movimento. NONO LUIGI, n. Fusina 1850, m. Venezia 1918. Studiò all’Accademia di Venezia col Molmenti. Maestro dotato di rare qualità pittoriche per intensità coloristica e vigore di chiaroscuro. Pareva nato per la «pittura di genere» ed ebbe vivo successo con la «Morte del pulcino». Ma nell’ 82 il grande quadro «Refugium peccatorum» gli procurò per il suo tono drammatico e romantico, una fama improvvisa e popolare; fama che impacciò il maestro stesso per qualche tempo. Favretto influì felicemente su di lui. Ma l'animo di Nono rimase sempre incline ad una lieve malinconia, e pensosità elegiaca. Talvolta, si è notato, Nono tende ad ingrandire l’aneddoto e non sa contenerlo nei limiti che, da sovrano, gli seppe dare Favretto. 25. LAVANDAIE. Olio su tavola, cm. 26,8 X 17,5; firmato L. IX° 1884. Dopo Refugium peccatorum, così denso di pathos, come per miracolo Nono torna a questa pittura, spensierata e maliziosa, rapida e garrula impressione, ricchissima di colore, briosa di pennello, mossa e ridente come un chiacchiericcio. PALIZZI FILIPPO, n. Vasto negli Abruzzi 1818, m. Napoli 1899. Napoletano d’adozione, si formò a Napoli mentre fervevano i contrasti fra conservatori accademici, la riforma paesistica-luministica capitanata da Gigante, il postromanticismo storico-realistico, e mentre sorgeva la dittatura morelliana. È caso raro di una modesta ma ferma personalità che rimanendo estranea ad ogni corrente o moda resta fedele a servire il proprio mondo limitato ma ben definito, la sua ideale visione casalinga, rurale e bucolica, la sua passione ad un aspetto della natura: vita di animali e di piante. Fu modestamente, senza programmi o declamazioni un precursore dell’en-plein-air in Italia, perchè cominciò lo studio della natura nel 1837. 1 suoi animali sono coscienziosi e amorosi ritratti; impegna tanto scrupolo ed è così vario nello studio dei suoi soggetti che non può dirsi semplicemente un <«generista». Ebbe tre fratelli pittori; Giuseppe svolse la sua attività in Francia. Bibliografia: Morelli-Dalbono, La scuola napol. di pittura, Bari 1915. Catal. Ex. of. it. Art, London 1930. 26. FANCIULLA SULLA ROCCIA A SORRENTO, cm. 80 X $4. Singolare per l’arte di Palizzi, questo dipinto idilliaco ci dà la tersa atmosfera luminosa del mare delle sirene. Superba è la resa pittorica della roccia che stacca sull’arioso orizzonte. Molti gli studii fatti per questo quadro. L’iscrizione dedi- catoria all’orlo della roccia fra le erbe selvatiche dice: «Egli che mi pose a 24 ri