64 CASCATA GIOVANNI CENNA penso la freschezza sfavillante d' una cascata averne sul corpo nudo la carezza infinita e fuggente come le statue delle fontane # eternamente giovini nella verginità dell' acqua 9 * ^ || t | e vedere traverso l'arco che si frantuma in una spumeggiante musica azzurra il sole lanciare la sua colata d'oro foggiare nella cavità dolce e lontana del cielo le forme splendenti della vita dietro la vetrata odorante di foresta stringere la bellezza sconosciuta d'una femmina baciare la sua bocca insaziabile contro la forza quadrata del petto sentire l'anelar molle del seno turgido % J J •’ * #T % 'Ì M y ove scema il respiro ^ ^ i * * a > ® • fasciati nella luce bionda dei capelli come in un intrico tenue e indistruttibile . % ; • ' • essere nell' iridescente brivido dei veli un fremito di fiamma e poi distendersi lentamente in un torpore d'oro il corpo stanco plasmato dall'acque correnti « come le nubi dal vento di primavera nel loro volo quieto sentire i nervi diluirsi nella chiarità fluente chiudere gli occhi dimenticare svanire non esistere più che nel canto profumato di cielo d’una cascata