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in tal guisa modellare il proprio concetto sopra forme elementari, ma rivestito o meglio rafforzato con la tanto pro
gredita tecnica attuale ; -
Vi ha infine chi partendo da opposti principii suggerisce il cosidetto canto ritmicamente libero, vale a dire
liberamente condotto senza incisi frasi e periodi, ma che dia, quasi direi, il senso dell’idea continua ; - (quasi un ri-
torno alla melopea liturgica).
Purtroppo i risultati che hanno dato a tutt’oggi simili tendenze non hanno in minima parte dimostrato di
poter attuare quanto si prefiggono di esprimere. Sino a prova contraria rimangono notevoli tentativi ma non di più.
Dovrei, per provarlo, fare una minuta esamina della produzione musicale d’avanguardia maggiormente rappresen
tativa, ma più che superflua simile dissertazione risulterebbe oziosa perchè chi si interessa dei nuovi problemi arti
stici che s’affacciano all’ora presente, sarà certo al corrente di quanto verrei inutilmente esponendo. Tenersi al cor
rente non implica tuttavia, come molti erroneamente credono, cieco assentimento ad ogni nuova ricerca, nè pure,
codarda negazione di ogni nuova idea espressa in buona fede da menti sane e feconde assillate continuamente dal
l’ideale di un progresso costante dell’arte. - Cosi fra questo stridente contrasto di chi cerca il nuovo ad ogni costo
e di chi rifugge da ogni manifestazione d’arte che non s’attacchi rigorosamente alle tradizioni, sia pure coi più as-
surdi e vuoti convenzionalismi, resta la coscienza smarrita del pubblico, che per non conoscere il nostro passato
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artistico nei periodi più notevoli dell’evoluzione, non può rendersi ragione delle cause principalmente emotive che
hanno formato la sensibilità dell’artista moderno.
Siamo appena usciti da un periodo tremendo di distruzione in cui sarà d’uopo ricostruire il già fatto sopra
basi nuove, ed anche artisticamente converrà cercare in noi stessi la-sincerità di quanto ci proponiamo di esprimere.
Qui però si presenta facile un’ obbiezione, ed è se arte siffatta potrà avere un effetto emotivo immediato sul pub
blico, poiché è opinione ben radicata fra i più che l’arte vera debba poter subito commuovere. - Questo principio pur
non dovendosi considerare in senso assoluto ha un fondo di verità, ma anzitutto bisogna che gli artisti sappiano creare
un ambiente di maggior confidenza fra sè stessi ed il pubblico, - da tale confidenza potrà scaturirne l’interesse, e
quando il pubblico si interessa dell’opera altrui ne segue indubbiamente il successo.
I musicisti d’avanguardia pretendono oggi di imporre al pubblico buona parte della loro produzione che, in
dipendentemente dal reale valore artistico, non può, all’infuori di casi sporadici veramente eccezionali, riuscire a
commuoverlo e ad interessarlo. - Bisogna avere il coraggio di saper iniziare il pubblico con musiche semplici nella
struttura, ma che abbiano il potere di fargli pulsare il cuore; - contrapponiamovi pure l’audizione delle musiche
passate maggiormente rappresentative, e potremo persuaderlo della ragione vitale per cui si differenziano i nostri
concetti d’oggi da quelli di un tempo.
È chiaro quindi che per avvicinare la sensibilità dell’artista odierno a quella del pubblico, vi ha d’uopo di
un’assai maggior comunanza di idee, di concetti, e di stato d’animo; - allora soltanto potrà formarsi un’ atmosfera
comune fra artista e popolo, e l’arte divenire così essenzialmente popolare imponendosi all’ uomo con alta missione
educativa e morale. - Primo mezzo per creare quest’atmosfera comune si é l’istruzione del canto in coro propaga
ta fra tutte le masse del popolo, anche le più incolte.-
La Germania è all’avanguardia per quanto riguarda la diffusione del canto corale, e sarebbe stolto il non riconoscere
ch’cssa possiede oggi le più fiorenti associazioni corali e che ci ha offerto modelli di esecuzione in tal genere che invano
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si è cercato imitare da noi e da altre nazioni. - Ciò malgrado, si può sicuramente affermare che il popolo Italiano
per l’istintiva musicalità del suo sentire, se sottoposto ad un insegnamento metodico e razionale del canto collettivo
favorendo al tempo stesso la fondazione di Società popolari, bandendo gare e concorsi, sorpasserebbe in poche decine
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d’anni il grado artistico raggiunto dalle società corali tedesche più antiche ed illustri.
L’istruzione del evinto collettivo diffusa largamente fra il nostro popolo mediante la fondazione di scuole po-
polari espressamente istituite a tale scopo, obbligandola altresì con metodi ben diversi dagli attuali in tutte le scuole
adibite all’istruzione, concorrerà potentemente a propagare non solo un’interessamento più equanime e dignitoso verso
F arte dei suòni, ma pure un maggior sentimento di necessità di collaborazione e coordinazione sociale fra gli uomini.
Per il popolo allora tutte le varie manifestazioni musicali diverrebbero gradatamente un bisogno irresistibile
del proprio sentire, non una banale curiosità o un passatempo pei bagordi nottambuli. La costruzione dei teatri po
polari (specie all’aperto) dovrà estendersi man mano ai più umili villaggi, e ad ogni tempio sacro dovrà corrispon
dere un tempio profano atto ad onorare la vita umana in tutte le varietà delle sue più eroiche manifestazioni.
Tutte le forme artistiche dovranno necessariamente evolversi, ma tale evoluzione non potrà mai essere un
arbitrio dell’artista di cercare di esprimere quanto è estraneo alla sua sensibilità cosciente e sincera. - Non intendo
per ora discutere sopra un argomento assai dibattuto, e di cui hanno ampiamente trattato non pochi valorosi musi
cisti; tuttavia non posso a meno di ammonire molti musicisti d’avanguardia eh’ essi coi loro saggi più audaci anche inge-
gnosamente trovati, non faranno camminare l’arte d’un passo. Bisogna che essi si persuadano infine che V arte vera,