opere d’arte di proprietä civica, di Enti e di privalı, mentre u vatrımonio statale ne resta escluso. Questo limite ha imposto la rinuncia ad una Esposizione stret- famente specializzata e scientifica d’arte lombarda che, senza il contributo di Brera, sarebbe riuscita incompleta. E tuttavia dalla rinuncia € nato un progetto di ampio respiro culturale : i « Tesori d’arte di Lombardia >, cioe i capolavori lasciati in eredita alla regione dalla sua ricca e fervida storia civile. E’ necessario affermarlo subito : non si tratta di una Mostra d’arte lombarda di carattere strettamente critico e scientifico ; si tratta di una visione di ciwilta identificata in sublimi testi figurativi. L’attuazione di un tema cosi vasto era assai difficile >; si poteva incorrere in- fattı in due errori : quello di antenorre il valore documentario al valore artistico di questa o quell’opera d’arte, tradendo L’interesse estetico che € fondamentale in una esposizione d’arte figurativa ; e l’altro pericolo, di decadere in un DiaAcE- vole enciclopedismo, antıtetico perö alla legge dell’unitä che deve regolare ogni manifestazione spirituale. Possiamo dire con soddisfazione che, navigando tra Scilla e Carıddi, la navicella lombarda € giunta sicura alla meta di una grande manifestazione eminentemente arlistica in primo piano € storica di riflesso : manifestazione varia di aspetto ma non eclettica, giacche le opere d’arte sono raggruppate per analogie stilistiche in sezioni individuate e armoniche, Il merito principale va dato al Prof. Costantino Baroni, Direttore dei Civici Musei di Milano, e al Dr. Gian Alberto Dell’Acqua, valoroso tecnico della Sovrintendenza alle Gallerie della Lombardia, che hanno assolto 4 compito della nerfetta tessi- tura dell’Esposizione sull’ordito abbozzato da Ettore Modigliani. Perche una premessa € necessaria : questa Esposizione dei « Tesori d’arte di Lombardia > fu, con la ricostruzione dei cinque Musei di Milano distrutti in una tragica notte di guerra del 1943, la suprema missione del Sovrintendente Modi- gliani reduce nella Lombardia nel febbraio 1946 dopo dieci annı di esilio noli- tico ; e alla sua morte, nel giugno del 1947, divenne un sacro legato per noi suoi eredi. L’attuazione di questa Mostra lombarda, cioe il primo assunto, € di conforto e di auspicio per la seconda e pit ardua impresa alla quale gid con- corrono i fondi generosamente concessi dalla Kunstgesellschaft come anticipo sugli utilı della Mostra stessa. 16