codici rarissimi — ellenistici, bizantini, romanici — prestati generosamente dalla Biblioteca Ambrosiana, e con il fiore della miniatura gotica — francese ge lom- barda — della Biblioteca Trivulziana, della Biblioteca Arcivescovile di Man- tova, della Biblioteca Civica di Bergamo, della collezione Visconti di Modrone. Alla pittura si collega poi la scelta serie der codici del Rinascimento, quali 1’< Aulo Gellio> del Giraldi e 1’< Uffigiolo Borromeo > del De Predis. Circa duecento cinquanta stampe primitive ha raccolto, con la sua appassionata competenza, Lamberto Vitali nei Musei di Pavia, di Milano, Brescia, Chiari € nelle collezioni Perego, Grandi, Majno componendo una Sezione della Mostra che offrirä allo specialista anche rari inediti; e il Prof. Antonio Morassi ha generosamente collaborato alla scelta di sessanta disegni estratti in gran parte dalla collezione Rasini e integrati da prestiti ancora dell’Ambrosiana e der Musei Civici di Milano e Brescia ; infine una saletta con i bronzi ex-Trivulzio ed ora della collezione Mario Crespi offre la visione del gusto classicista nel Rinascimento italiano che si conclude nel manierismo espertissimo del Cande- labro di Annibale Fontana grestato dalla Basilica di S. Maria presso S. Celso. Vada un ringraziamento particolare al Prof. Leo Planiscig che compi la scelta € diede i dati scientifici per catalogare i bronzi, come pure al Prof. Carlo Albizzatı che suggeri preziose onere classiche e al Prof.Roberto Longhi che confortö i tecnict del Comitato Esecutivo con la sua alta consulenza nei problemi di selezione e di attribuzione della ricca raccolta pittorica. Quest’ultima Sezione corona la Mostra con una ricca serie di ovpere organicamente raggruppate secondo grandı tem. Fondamentali sono il Quattrocento lombardo raccolto attorno al Foppa, al Ber- gognone, a Butinone e Zenale (che trionfano con lo smagliante polıttico aureo della chiesa arcipretale di Treviglio), e il Quattrocento Veneto esemplificato nelle sue varie fasi: da quella arcaica di Jacopo Bellini, del Pisanello, di Antonio Vivarini, al plastico « Rinascimento » del Mantegna, del Crivelli, di Bar- tolomeo Vivarini, alle pittoriche e liriche creazioni del Giambellino e di Antonello. Il Cinquecento lombardo € visto sinteticamente nelle creazioni leonardesche tra cui eccelle il « Battesimo di Cristo » di Cesare da Sesto della collezione Gallarati Scotti, e, pin documentatamente, nei dipinti del Moretto, del Romanino, del Savoldo, del Moroni, cioe in quella corrente bresciana-bergamasca che € stata 18