Volltext: Italienische Malerei des XIX. Jahrhunderts

quillo Cremona e a Faruffini, quindi ha una fase pcstromantica e storicistica. 
Nell’89 si volge alla «scoperta» divisionistica del Grubicy. Di questa teoria dei 
colori e di questo tecnicismo P. è prima fanatico, ne diviene poi il teorico e il 
trattatista. Più tardi intrusicni letterarie, simboliste, e misticheggianti nuoceranno 
alla unità e felicità del suo mondo pittorico. 
Bibliografia: N. Barbantini, G. P., Milano 1919; Nicodemi, L’opera religiosa 
di G. P., Milano, s. de. 
34. IL BATTESIMO, cm. 41 X 26. 
Opera precedente l’esperienza divisionistica. Bozzetto di grazia settecentesca, di 
spigliata ed estemporanea pennellata. 
ROSSANO FEDERICO, n. Napoli 1835, m. 19172. 
Studiò all’Accademia di Napoli e fu scolaro di G. Gigante. Si formò preci pua- 
mente con lo studio del vero e del paesaggio. Fu in Francia. Pittore fecondo parte- 
cipò a innumerevoli mostre. 
35. CAMPO DI PAPAVERI. Olio su tela, cm. 70,5 X 45.5. 
SILVESTRI ORESTE, n. Pollone (Biella) 1858, m. Milano 1940 (2). 
Studiò all’Accademia di Brera dedicandosi maggiormente al quadro di genere e 
al paesaggio. Partecipò con onore a molte mostre e a quelle celebri di Torino del 
1880 e di Roma del 1883. Visse gli anni più brillanti della Bohème milanese 
vicino e familiare dei più cospicui «scapigliati». 
Nonostante le sicure affermazioni del suo talento pittorico, la dignità indiscussa 
della sua opera, su cui influirono e gli impressionisti lombardi e il paesaggio di 
Fontanesi, improvvisamente smise di dipingere, quasi rinnegando col silenzio 
la precedente sua attività. Si dedicò con ardore, con profondità di propositi 
e- severità religiosa al restauro delle antiche pitture. Scienza d’arte e clinica 
della pittura in cui divenne sommo tanto e di tale fama internazionale da 
oscurare in lui vivente, l’opera non disprezzabile del pittore. Crisi di coscienza 
estetica e scrupoli di morale d'artista lo determinarono alla rinuncia nobilissima 
e ci sembra grato e doveroso compito commemorarlo qui con dipinti suoi, esposti 
fra altri di compagni della pattuglia lombarda cui non fu in nulla inferiore; 
mentre il suo nome rimane d’altronde legato al restauro del magico capolavoro 
leonardesco, il Cenacolo delle Grazie. 
Bibliografia: V. Ojetti, in «Corriere della sera», 18 gennaio 1925. 
36. PAESAGGIO. Olio su tavola, cm. 24,5 Xx 34,3; firmato. 
37- SERENIT A (paesaggio a Pollone). Olio su tavola, cm. 34 X 24; firmato. 
‘Tutti e due del 1882. Lindore di pittura fresca, luminosa e trasparente. 
38. MATTINO D’AUTUNNO DOPO LA PIOGGIA (paesaggio a Saluzzo). 
Olio su tavola, cm. 37,8 X 26,5; firmato, 1892. 
Più vivo il ricordo di Fontanesi; la spiritualità romantica lo avvicina qui al 
Delleani. Tav. XV. 
TITO ETTORE, n. Castellammare di Stabia 1859, m. Venezia (®). 
Nonostante la sua nascita, si considera come veneziano. Si formò all’Accademia 
di Venezia con P. Molmenti ed espose già alla la Biennale; da quella mostra 
cominciò la sua fortuna di pittore assai apprezzato dal pubblico; presente in 
pi
	        
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