L’Esposizione dei « Tesori d’arte di Lombardia », prima d’essere una grande
iniziatiwa artistica, € un’affermazione di fraternitä, una conferma nuova della
solidarietä della Svizzera con L’Italia che continua al di lä della tremenda prova
della guerra, e fiorisce in serene manifestazioni culturali, e conforta in tutti la
fede nella unificazione della civiltäa europea.
AU offerta della Kunstgesellschaft di Zurigo di ospitare, nelle sale della
Kunsthaus, un’Esposizione che rivelasse il <volto> della Lombardia artistica
e desse anche — con 1 suoi ulili — un incremento ed un aiuto alla ricostruzione
dei nostri Musei, ha risposto entusiasticamente tutta la Lombardia.
Le Autoritä ecclesiastiche con a capo il Cardinale Arcivescovo di Milano,
quelle civiche radunate attorno al Sindaco di Milano, ii due Presidenti delle
Fondazioni Poldi-Pezzoli di Milano e Carrara di Bergamo e, tra i privali, gli
aristocratici eredi e custodi delle storiche collezioni di Lombardia : Borromeo,
Gallarati-Scotti, Moroni, Salvadego, Brambilla; gli attuali raccoglitori che
rinnovano la tradizione ottocentesca del collezionismo lombardo : i fratelli Crespi,
Orombelli, Gerli, Treccani, Rasini, Panza, ecc. tutti hanno acconsentito a privarsi
per mesi dei loro cimeli d’arte purche la manifestazione riuscisse al suo duplice,
nobilissimo scopo.
Vada Vespressione della gratitudine del Comitato Esecutivo dell’Esposizione
a questi generosi prestatori dei « Tesori d’arte di Lombardia>» e alla Kunst-
gesellschaft, promotrice dell’impresa, nella persona del .suo presidente Franz
Meyer. E un particolare ringraziamento al Ministro della Pubblica Istruzione
S. E. Guido Gonella che ha autorizzato il « viaggio missionario > di tanti capo-
lavori a Zurigo in deroga alla Legge dell’11 gennaio 1940. La deroga, secondo
L’interpretazione ormai usuale della Legge stessa, € nerö consentita solo ver le
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