che in Italia non si & voluto imporre e non si &
imposto nessun determinato credo artistico uffi-
ciale. Il fascismo ha soltanto dato agli artisti una
organizzazione sindacale per migliorare le loro
condizioni di lavoro, convinto che da questa mag-
gior sicurezza di vita sarebbe sorta una visione
delle cose più sana, forte e felice. Infatti, meno
qualche residuo in via di dissoluzione, quelle con-
vulse e morbose astrazioni dalle quali era stata
inquadrata l’arte dei decenni passati, non fanno
più presa sulla mentalità dei nostri artisti, che
ritornano a sentire il valore della forma e del co-
lore in quanto espressione non di astrusi conce-
pimenti, ma di aspetti reali dedotti dal vero, e a
questi si attengono.
Come esempio tipico di tale indirizzo si pos-
sono guardare le opere di Funi e di Severini, i quali,
dopo aver perseguito per anni ricerche teoriche,
si riavvicinano oggi alla natura con una puntua-
lità ansiosa solo di raggiungere uno stile semplice
e concreto. Si può guardare la parete di Salietti,
il quale mai dipartitosi da tale indirizzo lo va ora
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