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fattura, attraverso i fatti della vita di Gesù Cristo come
attraverso tanti canti, dal Natale alla Resurrezione, ma la
sua ispirazione é ormai unica e immutabile. Essa comincia
dove il reale finisce. Da umana diventa religiosa per trovare
più adatta esplicazione alla sua ricerca del supersensibile.
Ma l’aspirazione all’idea immateriale non poteva
divenire visibile che dopo aver reso più immateriale il mezzo
di espressione: il colore.
Il pittore stesso ce lo dice nel suo capitolo sul restauro
dei dipinti: „Lo studio indefesso dei maestri e del vero
tempra l’energia fisica e morale e l’aiuta a conquistare la
potenza necessaria a governare la materia inerte, assogge-
tandola al dominio delle spirito; plasmandola, assorbendola
al proprio organismo, così da uscirne, più che modellata,
vinta; anzi emanazione spontanea dello stesso spirito.“
Ecco perché per il Previati la materia, cioè il colore, é
concepibile solo come dinamismo spirituale, come mezzo di
creazione, non come oggetto a sé stesso. Con la divisione
del colore, in luogo di materie colorate noi possiamo com
porre luci coloranti, e in tale sostituzione la pittura si spiri
tualizza. Solo tenendo presenti questi concetti si riesce a
comprendere quella particolarissima tecnica a filamenti che
é caratteristica del pittore ferrarese. Il suo tratteggio, tanto
nel colorire quanto nel disegnare, aspira con la semplifica
zione maggiore e con quella divisione di linee, che forma
l’eloquenza della plastica pittorica, a rappresentare la
materia come un fenomeno della forza. Esso é il mezzo
più adatto ad esprimere l’intuizione di quella energia oscura
che noi chiamiamo anima.
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Niente come questa pittura, la quale tende a prendere
dalla materia solo quel tanto che può rendere visibile l’idea,
sembra confermare l’intuizione di Walter Pater, che tutte le
arti aspirano a raggiungere la condizione musicale.